Santo del Giorno, 28 ottobre – Santi Simone e Giuda
Simone il Cananeo
Simone (detto lo Zelota nel vangelo di Luca e il Cananeo nei vangeli di Marco e Matteo) è stato uno degli apostoli di Gesù. Ben poco è stato tramandato della sua figura, a parte il nome. Viene venerato da tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi.

Nel Nuovo Testamento
Il nome di Simone appare in tutte le liste di apostoli dei Vangeli sinottici e degli Atti degli Apostoli, senza però altri dettagli. Tuttavia san Gerolamo non lo incluse nel De viris illustribus.
« Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d’Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore. » (Luca 6,14-16)
Per distinguerlo da Simon Pietro, fu chiamato “il Cananeo” o “lo Zelota” o lo “Zelote”. Entrambi i nomi hanno il medesimo significato, in quanto cananeo deriva dalla parola ebraica qana che indica il movimento degli zeloti. In seguito “cananeo” fu tradotto erroneamente come “proveniente da Cana” o anche “da Canaan”. Per questo, la traduzione della parola come il Cananeo o il Canaanita è puramente tradizionale e senza paralleli extra-canonici. Una seconda interpretazione potrebbe essere che sua madre fosse appunto cananea. Probabilmente si tratta di Simone il lebbroso, guarito da Gesù, citato in Matteo 26:6, Marco 14:3 originario di Betania, giudeo, come Lazzaro, Marta e Maria e loro vicino di casa.
Simone è l’unico apostolo che può essere associato con certezza al ribellismo zelota (fondato da Giuda il Galileo) e che costituì per i romani del tempo un grave problema politico e militare.
Nel Nuovo Testamento Simone lo Zelota non è mai identificato con il fratello-cugino di Gesù citato nel Vangelo di Marco:
« Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi? » (Marco 6,3)
identificato con Simone di Gerusalemme, considerato il secondo vescovo di Gerusalemme dopo Giacomo il Giusto.
La tradizione posteriore
Isidoro di Siviglia registrò tutti gli aneddoti su san Simone nel De ortu et obitu Patrum qui in Scriptura laudibus efferuntur, ma l’intera collezione di leggende è presentata nella Legenda Aurea di Jacopo da Varazze. Si crede che l’apostolo Simone sia sepolto a Komani, Abcasia, o a Lanciano.
La tradizione agiografica più famosa è quella riportata dalla Legenda Aurea. Secondo quest’ultima, dopo aver evangelizzato l’Egitto, Simone seguì Giuda in Persia e Armenia, dove furono entrambi martirizzati. Pertanto Simone è spesso associato con Giuda Taddeo nella venerazione e insieme vengono ricordati il 28 ottobre.
Vi sono molte altre tradizioni sul personaggio singolo. Alcuni dicono che visitò il medio Oriente e l’Africa. Altri, indubbiamente condizionati dall’appellativo “lo Zelota”, hanno ipotizzato che sia stato coinvolto nella rivolta dei giudei del 66/70 contro l’Impero romano. Altri ancora sostengono che abbia visitato la Britannia e sia stato martirizzato nel Lincolnshire.
Nell’apocrifa Epistula Apostolorum, nella polemica contro gli gnostici, si cita Simone tra gli autori della lettera come Giuda lo Zelota e alcune traduzioni in latino del Vangelo di Matteo sostituiscono addirittura Giuda Taddeo con Giuda lo Zelota. Alcuni pensano erroneamente che questo indichi che Simone si possa sovrapporre alla figura di quel Giuda citato in Giovanni 14, 22: Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». In realtà si tratta di Giuda Taddeo apostolo e cugino primo di Gesù.
Il simbolo o attributo principale di san Simone è una sega poiché secondo la tradizione subì il martirio con questo strumento.
Giuda Taddeo
Taddeo o Giuda di Giacomo o Giuda Taddeo Lebbeo è stato uno degli apostoli di Gesù e primo Catholicos di tutti gli Armeni. Lo venerano tutte le chiese cristiane che ammettono il culto dei santi.
Poche sono le informazioni che riguardano questo apostolo e tutte fanno riferimento al Nuovo Testamento. Gli sono attribuiti l’apocrifo Vangelo di Taddeo e, secondo la tradizione, la canonica Lettera di Giuda ritenuta però scritta da Giuda, – come di seguito illustrato – secondo i teologi evangelici e invece pseudoepigrafica da altri studiosi. Giuda Taddeo ebbe come fratello Giacomo, da alcuni identificato come Giacomo il Minore. Figlio di Maria di Cleofa, una delle Tre Marie presenti sotto la croce, e di Alfeo, che a sua volta era fratello di Giuseppe. Giuda Taddeo era dunque cugino di Gesù.

Il nome
L’apostolo Giuda Taddeo fu spesso confuso con l’omonimo traditore, omonimia che gli costò una scarsa devozione popolare nel Medioevo (rinvigorita soltanto in alcune aree geografiche). Nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Marco, infatti, l’apostolo non è chiamato col nome di Giuda bensì con quello di Taddeo, che in qualche manoscritto riceve la forma di Lebbeo il cui significato è comunque simile, essendo Taddeo un appellativo derivato dall’aramaico taddajja (petto) e Lebbeo da libba, cioè cuore. Equivarrebbe in entrambi i casi a “uomo dal grande cuore” cioè coraggioso.
Se questo coraggio fosse una caratteristica del temperamento del santo non c’è dato saperlo poiché gli evangelisti usano questo appellativo solo per evidenziare la differenza fra il Giuda “dal grande cuore” e il Giuda traditore. In pochissimi manoscritti del Vangelo di Matteo, Giuda è chiamato solo “Taddeo Lebbeo”, senza il nome originale. In altri addirittura è “Giuda Taddeo Lebbeo”, tanto che, nei suoi commenti a Matteo, San Girolamo soprannomina Giuda Taddeo “Apostolo Trinomico” cioè dai tre nomi.
Nel Vangelo secondo Luca l’apostolo è definito però come “Giuda di Giacomo”. Il termine “di Giacomo” non è abbastanza chiaro, potendo infatti essere sia figlio che fratello di questo tal Giacomo. Secondo l’interpretazione cattolica, sarebbe vera la seconda ipotesi, e di conseguenza identificandolo come l’autore dell’omonima lettera cattolica. Questa interpretazione non è concorde con quella protestante che ritiene l’apostolo figlio di tale Giacomo e attribuisce la lettera ad altro autore, ossia Giuda figlio di Maria e Giuseppe, fratello di Giacomo (autore dell’omonima lettera) e fratellastro di Gesù.
Nel Nuovo Testamento
Il suo nome si cita per la prima volta insieme a quello degli altri apostoli quando Gesù sceglie i dodici. Come già detto in precedenza, nei vangeli di Matteo e di Marco è chiamato Taddeo mentre in Luca è definito Giuda “di Giacomo”. Altri passi biblici in cui è menzionato sono nel vangelo dove l’apostolo domanda a Gesù “Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?” e per ultimo negli Atti degli Apostoli quando l’autore elenca i presenti nella sala dove avrebbero ricevuto lo Spirito Santo.
Fonte: Wikipedia









