Commento al Vangelo, 15 giugno 2025 – Gv 16,12-15
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità…
A quale verità ci guiderà lo Spirito Santo? Sarebbe superficiale pensare che si tratti solo di una conoscenza intellettuale, di una chiarificazione dottrinale. La storia ne è prova perché nonostante il dogma della Trinità sia stato proclamato nel 381 nel Concilio di Costantinopoli I, la comunità cristiana viveva l’esperienza della fede trinitaria. Per questo la verità è da intendere come fedeltà e stabilità di Dio, del Suo amore. Non è informazione, ma è fondamentalmente un’esperienza di comunione. Ed ogni esperienza di comunione è trinitaria.
La verità è un’esperienza da vivere, un modo di vedere e di sentire dove ciò che conta è la vita di comunione, è essere interdipendenti perché da soli la vita non sarebbe tale. L’uomo si realizza proprio nella misura che sa relazionarsi, cioè sa amare, dare amore e ricevere amore perché così è Dio, amore che continuamente si condivide.
Oggi la Chiesa celebra la solennità della Trinità ed è una festa che non si limita ad affermazioni dottrinali e apologetiche, ma è un invito ad entrare in comunione con Dio perché Lui stesso è comunione, tre Persone che si amano a tal punto da essere un solo Amore, un’unica sostanza come direbbe il Catechismo. Il vero volto di Dio si chiama comunione e così si manifesta ed opera nella nostra vita, una comunione che va oltre le differenze, che riesce a includere tutto ciò che sembra opposto a tal punto da redimere e trasformare anche lo stesso male che portiamo dentro.
In questa ottica si comprende l’espressione riferita allo Spirito Santo: dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future… Lo Spirito Santo non agisce in modo disgiunto dal Padre e dal Figlio e il Suo compito è rendere presente l’amore che li rende una cosa sola. Non si tratta di annunciare chissà che cose future, ma rendere attuale questa unità di comunione che esiste tra le tre Persone Divine di modo tale che tutti ci sentiamo figli di uno stesso Padre e fratelli uniti nella compassione.
Da parte nostra sorge spontaneo il ringraziamento per il fatto che il Signore ci rende partecipi del Suo amore. Non siamo lasciti soli, ma siamo inglobati in questo amore trinitario che è capace di farci risorgere dai nostri peccati e dalle nostre tristezze, donandoci una nuova speranza. Siamo uniti a Dio per sempre grazie al Suo amore.
Così anche siamo resi capaci di essere strumenti di comunione. Se abbiamo lo stesso Spirito, allora siamo fratelli e come tali dobbiamo accoglierci e stimarci a vicenda, generosi in gesti di comunione.
La solennità della Trinità ci fa vivere due atteggiamenti fondamentali della nostra vita: gratitudine e comunione, due atteggiamenti che ci fanno vivere le primizie della vita trinitaria.











