Commento al Vangelo, 5 novembre 2023 – Mt 23,1-12
Il più grande è colui che serve.
È questa la sintesi del pensiero di Gesù e della Sua proposta di vita evangelica: non conta quanto si conosce, quanto si possiede e neppure quante cose si possono fare; ciò che vale è quanto si è disposti a usare ciò che siamo e abbiamo per servire i nostri fratelli. Per cui è grande chi assume la posizione di dare e non di ricevere.
E il servizio consiste appunto nel non mettere pesanti fardelli sulle spalle dei fratelli, ma fare di tutto per rendere loro la vita più facile, piacevole, leggera. Significa imparare a portare i pesi insieme a loro, a saper condividere gioie e sofferenze, a camminare uniti senza la pretesa di insegnare. È un messaggio il cui centro è la comunione, la solidarietà, il camminare fianco a fianco così da sentirci tutti fratelli.
Questo è il messaggio di Gesù, una visione di vita dove non sembra esserci gerarchia, dove non ci sono posti privilegiati e i primi della classe, dove tutti sono uguali davanti a Dio e dove ognuno è ammaestrato direttamente da Dio di modo tale che tutti siamo, in qualche modo, maestri gli uni per gli altri. È la visione di una profonda comunione, di una salvezza che si realizza proprio nella dimensione di fratellanza di cui la Chiesa ne è segno, una Chiesa di fratelli, capace di unire e di andare oltre le prescrizioni e le tradizioni umane per sollevare le persone.
Ecco quindi l’impegno che ne deriva: mettersi al servizio della persona perché il suo cammino, il suo credere, il suo vivere siano resi facili.
Forse un primo passo, accessibile, da fare potrebbe essere non tanto cambiare le strutture, ma mettersi nell’ottica di avere un cuore capace di instaurare relazioni ispirate alla misericordia e alla comunione. È cercare di entrare in comunione con l’altro, cominciando da quelli di casa ponendo attenzione non al peso che porto sulle spalle, ma al peso che è sulle spalle di colui che mi è vicino. Serve uno sguardo attento per scoprire che l’altro non solo ha bisogno di aiuto, ma è mio fratello.
Cominciamo a diventare grandi ampliando il nostro sguardo: guardiamo il fratello, lasciamoci commuovere dal peso che porta sulle sue spalle e allora, con sorpresa, ci scopriremo capaci di servire, capaci di amare.
La nostra esaltazione è scoprire che anche noi siamo capaci di amare e così la nostra stessa vita sarà più leggera, saremo discepoli dell’unico Maestro e figli dell’unico Padre.