La Trasfigurazione di Gesù è un episodio della vita di Gesù descritto nei vangeli sinottici Matteo 17,1-8; Marco 9,2-8 e Luca 9,28-36. La corrispondente festa si celebra il 6 agosto per la Chiesa cattolica, per la chiesa ortodossa e per altre confessioni cristiane in ricordo dell’episodio biblico.

Gesù Cristo Dio rivela ai tre discepoli diletti il Corpo del Vero Uomo e Vero Dio, che tutti i dodici vedranno dopo la resurrezione di Gesù dalla morte di croce.

La trasfigurazione di Gesù Cristo

Il racconto evangelico

L’episodio della trasfigurazione è narrato nei tre vangeli sinottici (Vangelo secondo Marco 9,2-8, Vangelo secondo Matteo17,1-8, Vangelo secondo Luca 9,28-36), dopo la confessione di Pietro. Secondo questi testi Gesù, dopo essersi appartato con i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, cambiò aspetto. Si mostrò ai tre discepoli con uno straordinario splendore della persona e uno stupefacente candore delle vesti. In questo contesto si verifica l’apparizione di Mosè ed Elia che conversano con Gesù. Si ode inoltre una voce, proveniente da una nube, che dichiara la figliolanza divina di Gesù. Lo splendore di Cristo richiama la sua trascendenza, la presenza di Mosè ed Elia simboleggia la legge e i profeti che hanno annunciato sia la venuta del Messia che la sua passione e glorificazione. La nube si riferisce a teofanie già documentate nell’Antico Testamento.

Elia era stato assunto al cielo in anima e corpo senza morte, mentre Mosè era perito prima di giungere alla Terra Promessa, perché come Aronne non aveva glorificato Dio dopo la scoperta di una sorgente a Meriba di Kades, presso Sin (Deuteronomio, 32:49 e 34).

La Trasfigurazione, di Raffaello (Fonte: Wikipedia)

Il monte della Trasfigurazione

Una tradizione attestata già nel IV secolo da Cirillo di Gerusalemme e da Girolamo, identifica il luogo dove sarebbe avvenuta la Trasfigurazione con il monte Tabor, in arabo Gebel et-Tur (“la montagna”). Un colle rotondeggiante e isolato, alto 588 m s.l.m., ossia circa 400 metri sul livello delle valli circostanti. È su questo colle che i bizantini costruiranno, poi, tre chiese di cui parla l’Anonimo Piacentino che le visiterà nel 570.

Un secolo dopo Arculfo vi troverà un gran numero di monaci, e il Commemoratorium de Casis Dei (secolo IX) menzionerà il vescovado del Tabor con diciotto monaci al servizio di quattro chiese. Successivamente ci saranno i Benedettini che costruiranno anche un’abbazia, circondando gli edifici di una cinta fortificata. Distrutto tutto dal sultano al-Malik al-‘Ādil (1211-12) per costruirvi una fortezza, i cristiani vi torneranno nuovamente, costruendovi un santuario. Anche questo sarà distrutto per ordine del sultano Baybars (1263), lasciando il monte desolatamente abbandonato per oltre quattro secoli.

Solo nel 1631 i francescani col Custode di Terra Santa Diego Campanile potranno prendere il possesso del monte Tabor. Due secoli dopo, nel 1854, essi cominceranno a studiare le rovine del passato, iniziando nuove costruzioni. Queste culmineranno con l’attuale basilica a tre navate, su disegno ed esecuzione dell’architetto Antonio Barluzzi, che sarà inaugurata nel 1924.

In alternativa al monte Tabor, si presume che l’“alto monte” di cui parlano i vangeli sia il monte Hermon. In genere, le ragioni addotte a favore di questo monte risiedono nel fatto che alcune rovine sul monte Tabor indicano che una città del fortificata era fiorente già prima del I secolo. Infatti la cima del Tabor costituiva una posizione strategica e assai adatta per una città del genere. Da qui il dubbio che la trasfigurazione di Gesù sarebbe avvenuta sul monte Tabor, dato che i Vangeli dicono invece che Gesù e i suoi tre compagni erano sul monte “in disparte”, “da soli”, “in un luogo solitario”. Inoltre poco prima della trasfigurazione Gesù si trovava dalle parti di Cesarea di Filippo presso le sorgenti del fiume Giordano, città situata alla base sud ovest dell’alto monte Hermon. — Matteo 16,13; 17,1, 2; Marco 8,27; 9,2.

La Trasfigurazione e l’arte

Il soggetto della Trasfigurazione è presente nell’arte sia orientale che occidentale. Numerose sono le icone bizantine della Trasfigurazione. In Oriente va ricordato il mosaico bizantino del Monastero di Santa Caterina sul Sinai. In Occidente basta ricordare il meraviglioso mosaico della Cappella Palatina di Palermo, la Trasfigurazione del Beato Angelico, di Raffaello, del Gherardini, del Perugino, del Bellini e del Tiziano. Un affresco con tale soggetto è inoltre venuto alla luce negli scavi della tardo-medioevale Chiesa di S. Maria Assunta, nella frazione di Pernosano di Pago del Vallo di Lauro, a pochi chilometri da Nola(Napoli). Recente (2002) è il monumentale mosaico di Marko Ivan Rupnik realizzato a Milano nella chiesa dei Santi Giacomo e Giovanni. E anche va ricordata la Trasfigurazione allegorica nel mosaico dell’abside di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna.

La Trasfigurazione, dipinto di Giovanni Bellini, Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte (Fonte: Wikipedia)

La festa della Trasfigurazione

La festa della Trasfigurazione secondo alcuni storici della liturgia ricorda la dedicazione delle basiliche del monte Tabor. Era celebrata dalla Chiesa nestoriana già alla fine del V secolo ed è documentata nel VII secolo nella Siria occidentale. La fissazione della data della festa al 6 agosto dipende dal fatto che secondo una tradizione l’episodio della Trasfigurazione narrato dai Vangeli sarebbe avvenuto quaranta giorni prima della crocifissione di Gesù. In Oriente si celebrava già la festa dell’Esaltazione della Santa Croce il 14 settembre, quindi di conseguenza fu stabilita la data della Trasfigurazione.

In Occidente le prime testimonianze della festa risalgono alla metà del IX secolo (Napoli, paesi germanici, Spagna). Successivamente nel X secolo in Francia e nei secoli XI e XII anche a Roma nella Basilica Vaticana. Alla diffusione capillare della festa contribuì Pietro il Venerabilee Cluny. Papa Callisto III nel 1457 la inserì nel Calendario liturgico Romano come ringraziamento per la vittoria ottenuta sui Turchi a Belgrado il 6 agosto 1456 da János Hunyadi e Giovanni da Capestrano.

 

Fonte: Wikipedia