Il Santo del Giorno

Santo del Giorno, 23 aprile – San Giorgio

San Giorgio è, secondo una consolidata e diffusa tradizione, un martire cristiano. E’ venerato come santo megalomartire da quasi tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi.

In mancanza di notizie biografiche certe su San Giorgio, le principali informazioni provengono dalla Passio sancti Georgii. Secondo questa fonte, Giorgio nacque verso l’anno 280 in Cappadocia (regione dell’odierna Turchia), figlio di Geronzio, persiano, e Policromia, cappadoce. I genitori lo educarono alla religione cristiana.

Trasferitosi in Palestina, si arruolò nell’esercito dell’imperatore Diocleziano. Si comportò da valoroso soldato, fino al punto di giungere a far parte della guardia del corpo dello stesso Diocleziano, divenendo ufficiale delle milizie.

Il martirio avvenne sotto Diocleziano stesso, il quale convocò settantadue re per decidere quali misure prendere contro i cristiani.

Giorgio donò ai poveri tutti i suoi averi e, davanti alla corte, si confessò cristiano. All’invito dell’imperatore di sacrificare agli dei, si rifiutò. Secondo la leggenda, lo sospesero, lacerarono e gettarono in carcere, dove ebbe una visione di Dio che gli predisse sei anni di tormenti, tre volte la morte e tre la resurrezione.

Tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade, Giorgio resuscitò, operando la conversione del magister militum Anatolio con tutti i suoi soldati, uccisi a fil di spada. Entrò in un tempio pagano e con un soffio abbatté gli idoli di pietra; convertì l’imperatrice Alessandra, successivamente martirizzata.

A richiesta del re Tranquillino, Giorgio risuscitò due persone morte da 460 anni, le battezzò e le fece sparire. L’imperatore Diocleziano lo condannò nuovamente a morte e il santo, prima di essere decapitato, implorò Dio che l’imperatore e i settantadue re fossero inceneriti. Esaudita la sua preghiera, Giorgio si lasciò decapitare, promettendo protezione a chi avesse onorato le sue reliquie, le quali sono in una cripta sotto la chiesa cristiana (di rito greco-ortodosso) a Lydda (l’odierna Lod, in Israele).

Gustave Moreau, San Giorgio e il drago, 1889/90, National Gallery, Londra (Fonte: Wikipedia)

Si narra che in una città chiamata Silena, in Libia, vi fosse un grande stagno, tale da poter nascondere un drago, che, avvicinandosi alla città, uccideva con il fiato tutte le persone che incontrava. Gli abitanti gli offrivano per placarlo due pecore al giorno. Quando queste cominciarono a scarseggiare, furono costretti a offrirgli una pecora e un giovane tirato a sorte.

Un giorno fu estratta la giovane figlia del re. Il re, terrorizzato, offrì il suo patrimonio e metà del regno per salvarle la vita, ma la popolazione si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli. Dopo otto giorni di tentativi, il re alla fine dovette cedere e la giovane si avviò verso il lago per essere offerta al drago. In quel momento passò di lì il giovane cavaliere Giorgio, il quale, saputo dell’imminente sacrificio, promise alla principessa il suo intervento per evitarle la brutale morte. Poi disse alla principessa di non aver timore, che l’avrebbe aiutata nel nome di Cristo.

Quando il drago si avvicinò, Giorgio salì a cavallo e protettosi con la croce e raccomandandosi al Signore, con grande audacia affrontò il drago che gli veniva incontro, ferendolo gravemente con la lancia e lo gettò a terra. Disse quindi alla ragazza di avvolgere la sua cintura al collo del drago, il quale prese a seguirla docilmente verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li tranquillizzò. Disse loro: «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Allora il re e la popolazione si convertirono e il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città, trascinato da quattro paia di buoi.

La festa liturgica si celebra il 23 aprile. La sua memoria si celebra in questo giorno anche nei riti siro e bizantino. Viene onorato, almeno dal IV secolo, come martire di Cristo in ogni parte della Chiesa.

Nel 1969 la Chiesa cattolica declassò il santo nella liturgia a una memoria facoltativa, ma la devozione dei fedeli è continuata.

In Italia il culto per san Giorgio è assai diffuso e le città e i comuni di cui è patrono sono più di cento. Tra questi ci sono uno capoluogo di regione (Campobasso) e tre capoluoghi di provincia (Ferrara, Ragusa e Reggio Calabria). Inoltre si contano ben ventuno comuni che portano il suo nome.

 

 

Fonte: Wikipedia