Santissimo Nome di Gesù
La venerazione del Santissimo Nome di Gesù ebbe inizio de facto nei primi tempi della Chiesa, come mostrano i cristogrammi che decorano l’arte paleocristiana.
Soltanto nel XIV secolo, tuttavia, essa acquisì rilevanza liturgica, dando origine a un vero e proprio culto. Ciò avvenne grazie all’impegno per la sua diffusione e il suo riconoscimento ufficiale profuso da san Bernardino da Siena e dai suoi seguaci. Tra questi citiamo soprattutto i beati Alberto da Sarteano e Bernardino da Feltre.
La ricorrenza liturgica del Santissimo Nome di Gesù si celebra nella Comunione anglicana, compresi gli ambienti episcopaliani, e nel rito romano della Chiesa cattolica.
Il culto del Santissimo Nome di Gesù nel rito romano
Nel Martirologio Romano, questa memoria è così definita: «Santissimo Nome di Gesù, il solo in cui, nei cieli, sulla terra e sotto terra, si pieghi ogni ginocchio a gloria della maestà divina». Queste parole sono tratte dalla Lettera ai Filippesi (2,9-11).
La ricorrenza del Santissimo Nome di Gesù si celebra nella forma ordinaria del rito romano, con il grado di memoria facoltativa, il 3 gennaio. La suddetta ricorrenza si celebra nella forma straordinaria dello stesso rito, con il grado di festa di seconda classe e:
- nelle regioni in cui l’Epifania è di precetto, nella domenica che cade tra il 2 e il 5 gennaio compresi o, se nessuna domenica cade tra il 2 e il 5 gennaio compresi, il 2 gennaio, o
- nelle regioni in cui l’Epifania non è di precetto, il 2 gennaio, sempre che l’Epifania cada in una domenica compresa tra il 3 e l’8 gennaio.
Nel Calendario romano generale di forma ordinaria per alcuni decenni questa ricorrenza è stata assente. Le norme generali sull’Anno liturgico e il Calendario stabiliscono, alla lettera f) del n.35, che nell’ambito della Solennità di Maria SS. Madre di Dio nell’Ottava di Natale si commemori l’imposizione del Santissimo Nome di Gesù. Questa disposizione è oggettivamente equivoca e l’equivoco sta nell’uso del verbo commemorare che sembra richiamare il grado liturgico della commemorazione. Anche se, fin dall’inizio, nessun testo liturgico ufficiale ha mai fatto riferimento alla detta commemorazione nell’ambito del titolo della detta Solennità.
È il Commento alla riforma dell’Anno liturgico e del nuovo Calendario che stabilisce la soppressione della ricorrenza del Santissimo Nome di Gesù. Questo in quanto del Nome di Gesù si fa menzione nel Vangelo della Messa della Solennità di Maria SS. Madre di Dio nell’Ottava di Natale e la tematica del nome si presenta già nella prima lettura della stessa messa. La suddetta soppressione non riguarda, però, l’anno liturgico bensì il Calendario romano generale in quanto si demanda la conservazione della ricorrenza ai calendari particolari e, a solo titolo esemplificativo, quello francescano l’ha mantenuta assegnandola al 3 gennaio.
La citata soppressione non riguarda neanche il Messale Romano di papa Paolo VI del 1970 poiché tra le messe votive si inserisce il formulario della Messa del Santissimo Nome di Gesù. Le opinioni che sostengono il contrario risultano, quindi, infondate in tutti e due i casi. Va però menzionato che tutto ciò ha prodotto una disputa che è stata risolta alcuni decenni dopo per via pratica. Infatti, nel 2002, contestualmente alla pubblicazione della terza editio typica del Messale Romano da parte di papa Giovanni Paolo II, si reintroduce nel Calendario romano generale, di forma ordinaria, la ricorrenza del Santissimo Nome di Gesù con le coordinate celebrative menzionate.
Fonte: Wikipedia