È bene per noi incontrare talvolta avversità, difficoltà e contrarietà, poiché esse hanno il potere di richiamare l’uomo in se stesso, e di fargli comprendere che egli è esule in questa terra e non deve riporre la sua speranza nelle cose del mondo. È bene che talvolta siamo afflitti dalle contraddizioni; che male e ingiustamente si pensi di
noi, anche se operiamo e pensiamo correttamente. Queste cose spesso giovano alla nostra umiltà e ci preservano dalla vanagloria. Infatti, quando siamo vilipesi dalla gente e non si pensa bene di noi, con maggior fervore invochiamo la testimonianza di Dio. L’uomo dovrebbe essere radicato totalmente in Dio, e non dovrebbe avere bisogno di tante consolazioni umane.

Quando patisce tribolazioni e tentazioni oppure è afflitto da cattivi pensieri, l’uomo di buona volontà si rende conto maggiormente di avere bisogno di Dio e di non poter fare nulla senza di Lui. Allora geme e prega per le sofferenze cui è soggetto: è stanco di vivere e desidera la morte, per poter scomparire ed essere per sempre con Cristo. E insieme si rende conto, che nel mondo non può esserci serenità e vera pace.

 

Tommaso Da Kempis, Imitazione di Cristo