San Padre Pio e il primo figlio spirituale del frate di Pietrelcina sono di nuovo vicini, anche simbolicamente, nella stessa città che vide nascere il loro sodalizio. Il cimitero di San Giovanni Rotondo (Foggia) ha accolto le spoglie mortali di Emanuele Brunatto, appassionato difensore del santo stigmatizzato del Gargano. La tumulazione è avvenuta dopo il trasferimento della salma dal cimitero romano del Verano Roma nella ricorrenza del centenario dell’incontro tra l’allora 28enne torinese Brunatto, già protagonista di una vita turbolenta e sull’orlo della disperazione, e Padre Pio, nella chiesa antica dei frati cappuccini di San Giovanni Rotondo.

 

Emanuele Brunatto morì a Roma il 10 febbraio 1965 ma il suo desiderio era sempre stato quello di vivere accanto al suo padre spirituale, esperienza già fatta come laico per circa cinque anni nel convento di San Giovanni Rotondo (1920-1925), quando dormiva nella cella numero 6, accanto a quella di Padre Pio.

Un secolo dopo quell’incontro fulminante, che segnò la sua conversione, il desiderio di Brunatto è stato esaudito con il ritorno vicino a Padre Pio. Ora, infatti, riposa nel cimitero di San Giovanni Rotondo nella tomba progettata dall’architetto Pio Gusso, con la partecipazione della pittrice Angela Ciccone, ubicata di fronte alla cappella dove sono tumulati i genitori di Padre Pio, il fratello Michele, la sorella suor Pia, i suoi direttori spirituali, i padri Benedetto e Agostino da San Marco in Lamis, Maria Pyle e a pochi passi dalla sepoltura di Francesco Morcaldi, il sindaco amico di Padre Pio e di Emanuele Brunatto, nello stesso sacro recinto che custodisce tanti altri figli spirituali del Santo.

L’importanza della traslazione delle spoglie mortali di Emanuele Brunatto nel cimitero di San Giovanni Rotondo è stata sottolineata da monsignore Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo, che per l’occasione ha inviato un messaggio: “si tratta di un atto di pietà cristiana e di riconoscimento civico verso quest’uomo che fece parte della storia di Padre Pio e della nostra città”.

 

Il messaggio dell’arcivescovo è stato letto dal portavoce del comitato ‘Per la traslazione di Emanuele Brunatto’, Stefano De Bonis, nel santuario di Santa Maria delle Grazie dove si è tenuta la celebrazione eucaristica, presieduta da frate Carlo Maria Laborde, guardiano del Convento. Emozionato François Brunatto, figlio di Emanuele, felice perchè il padre è “finalmente tornato sotto il cielo di San Giovanni Rotondo”. Alla santa messa era presente il sindaco Pietrelcina, Domenico Masone. La città del Gargano ha fatto festa oggi con l’affissione di striscioni ai balconi in cui si leggeva “Emanuele Brunatto bentornato!”.

Mons. Moscone, nel suo messaggio, ha evidenziato anche il ruolo particolarmente attrattivo che Padre Pio, già in odore di santità, ebbe nei primi decennio del Novecento. “La storia di San Giovanni Rotondo è particolare: deve la sua fama e originalità alla grazia di aver ospitato la presenza di San Pio da Pietrelcina – ha sottolineato l’arcivdescovo – Attraverso di lui un raggio della santità di Dio ha pervaso questo paese del Gargano, prima isolato e quasi sconosciuto, rendendolo universale. Ovunque, dove Dio si manifesta attraverso persone Sante, nasce una fratellanza e una cittadinanza che supera i confini geografici, politici e culturali. Per questo San Giovanni Rotondo, da 100 anni, ha visto e vede le sue vie percorse da persone provenienti da città e nazioni le più diverse, pellegrine al convento dei cappuccini per incontrare una meraviglia del Signore: San Pio e la sua opera”.

Nel suo messaggio, monsignore Franco Moscone ha messo in luce anche l’importanza dell’incontro umano e spirituale tra Padre Pio e Emanuele Brunatto. “Tra quanti raggiunsero San Giovanni Rotondo, fin dagli anni ’20 del secolo scorso, si ricorda Emanuele Brunatto, che fu ospite al convento di Santa Maria delle Grazie, distinguendosi come devoto e paladino di Padre Pio – ha scritto l’arcivescovo – Si definiva ‘pubblicano’, perché come pubblicavano descritto dal Vangelo, condivise l’esperienza del peccato e della misericordia di Dio. Con il sindaco Francesco Morcaldi e San Luigi Orione svolse un ruolo nelle vicende del nostro Santo, contribuendo a far conoscere quanto stava accadendo in un periodo solcato da grandi contraddizioni”.

Il “Comitato Emanuele Brunatto” con François, figlio di Emanuele (il terzo da destra)

 

Ha inviato un messaggio, letto sempre da De Bonis durante la santa messa, anche il Gianni Letta, legato alle vicende dl frate santo per un legame familiare: suo padre, l’avvocato Vincenzo Letta, offrì amicizia e assistenza a Brunatto nei primi anni ’60 durante il suo strenuo impegno a favore di Padre Pio quando era particolarmente osteggiato da alcuni settori della Chiesa. L’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha rivolto “un pensiero affettuoso e riconoscente” al comitato promotore della traslazione, esprimendo “il rammarico” di non poter essere presente “in una circostanza così importante e per un evento così significativo”. Chiedendo comprensione per l’assenza, Gianni Letta ha scritto: “Il Covid-19, purtroppo, non ha colpito soltanto quelli che ha infettato, ma ha finito per travolgere anche i non contagiati, imponendo a tutti – in particolare ai più anziani – un cambio di vita e una sostanziale modifica delle abitudini, in alcuni casi anche molto drastica. Con tante rinunce e con tanti divieti. Padre Pio certamente lo sa e… non se ne meraviglierà. E sono sicuro che Lui vorrà e saprà perdonarmi. Vuol dire che sarà Lei, caro De Bonis, che poi mi racconterà la cerimonia di San Giovanni Rotondo alla quale mi unirò spiritualmente e da lontano, in preghiera”.

Nei giorni scorsi la traslazione della salma di Brunatto a San Giovanni Rotondo è stata anticipata da una serie di convegni a carattere storico-spirituale moderati da Stefano Campanella, direttore di Padre Pio Tv, e da Solène Todié, corrispondente europea del “National Catholic Register”. Tra i relatori frate Marciano Morra, studioso di Padre Pio, don Flavio Peloso, postulatore e storico, Raffaele Augello, studioso di Emanuele Brunatto, Luigi Pompilio, ex sindaco di San Giovanni Rotondo, Francobaldo Chiocci, giornalista e biografo di Padre Pio e di Emanuele Brunatto.

E proprio “il carissimo Francobaldo Chiocci” è stato citato da Gianni Letta, con cui lavorò negli anni della direzione a “Il Tempo”, nel messaggio letto oggi in chiesa, dando atto che nella vicenda di Padre Pio è stato “non solo lo ‘storico’ più informato, più documentato e più assiduo, ma anche un ‘cantore’ appassionato e letterariamente straordinario”.

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