1) Benché io non abbia alcun merito, e sia anzi consapevole dei miei numerosi peccati, tuttavia ho grandissima fiducia nella tua passione, Signore Gesù, e nei meriti della gloriosa santa Vergine Maria, Madre tua. Su di lei vorrei soffermarmi un poco, pregando di esserne fatto degno, poiché non posso osare di accostarmi a lei senza averne ottenuto prima il permesso. So bene che la mia indegnità non dovrebbe presentarsi davanti alla eccelsa dignità di Colei, che gli stessi angeli venerano con ammirazione, esclamando: <<Chi è Costei, che si innalza sul deserto del mondo e trabocca per le delizie del paradiso?>>

2) Perciò, dolcissima Maria, è sconveniente che io, terra e cenere, anzi più vile della tema in quanto peccatore e molto incline a ogni perversità, osi soffermarmi a considerare la tua bellezza e la tua magnificenza. Tu, invece, resa più alta dal cielo, hai il mondo sotto i piedi e sei degna di onore e riverenza per l’onore del Figlio tuo. La tua ineffabile bontà, che supera ogni immaginazione, spesso mi incanta e attira il mio affetto, perché sei il conforto degli afflitti e sempre pronta a soccorrere i miseri peccatori.

3) Sono assai bisognoso di grande consolazione, soprattutto della grazia del Figlio tuo, perché non sono assolutamente in grado di aiutare me stesso. Ma tu, Madre misericordiosissima, se di degnerai di considerare la mia pochezza, in molti modi potrai soccorrermi e confortarmi con abbondanti consolazioni. Perciò, non appena mi sentirò oppresso dalle difficoltà o dalle tentazioni, farò subito ricorso a te, poiché dove sovrabbonda la grazia più sollecita è la misericordia.

4) Se poi voglio tentare di comprendere la tua gloria eccelsa e salutarti degnamente dal profondo del cuore, devo procedere con spirito molto più puro, poiché quanti presumono di avvicinarsi irriverentemente alla tua porta, ottengono non gloria ma giusta vergogna. Perciò chi si avvicina a te deve procedere con grandissima riverenza e umiltà; e tuttavia con grande speranza di essere ammesso in virtù della tua misericordiosa clemenza.

 

Tommaso da Kempis, Imitazione di Maria