La parabola del figlio prodigo è una parabola di Gesù molto importante e raccontata solamente nel Vangelo secondo Luca 15,11-32. La parabola viene anche chiamata parabola del figlio perso e ritrovato oppure parabola del padre misericordioso.

Con modo di dire un po’ arcaico viene ricordata come parabola del figliol prodigo; storicamente le varie opere d’arte che si ispirano a questa parabola la ricordano con quest’ultimo titolo.

Il Vangelo di Luca la presenta come ultima di una trilogia composta anche dalla parabola della pecora smarrita (Luca 15,4-7) e dalla parabola della moneta smarrita (Luca 15,8-10).

Il termine figlio prodigo si riferisce ad un figlio che ritorna a casa dopo aver sperperato le sue ricchezze; l’espressione ha anche acquistato un senso più ampio in riferimento a chi non segue le aspettative di chi lo ha iniziato alla vita o ad una carriera. Un’altra interpretazione è quella della vecchia e nuova alleanza. Il figlio maggiore rappresenta il vecchio testamento che rimane nella casa del Padre, ed il vitello grasso che viene citato è lo stesso Gesù che viene sacrificato per la salvezza del mondo.

Il figlio prodigo, dipinto di Hieronymus Bosch – 1510. (Fonte: Wikipedia)

La storia

Nella parabola che Gesù racconta, un uomo ha due figli e, nonostante non manchi loro nulla, il più giovane pretende la sua parte di eredità mentre il padre è ancora in vita. Ottenutala, si reca in un paese lontano dove spreca tutte le sue ricchezze con una vita dissoluta. Ridotto alla fame, per sopravvivere è costretto a fare il mandriano di porci. Medita pertanto in cuor suo di andare da suo padre e dirgli:

« Padre ho peccato contro Dio e contro di te, non merito di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi servi. »   (Luca 15,18-19)

Ma, mentre è ancora per strada, il padre lo scorge e gli corre incontro, accogliendolo a braccia aperte. Il figlio allora dice al padre:

« Padre mio ho peccato contro Dio e contro di te, non merito di essere chiamato tuo figlio. »   (Luca 15,21)

Ma il padre lo interrompe e ordina ai suoi servi di preparare una grande festa per l’occasione, uccidendo allo scopo il “vitello grasso”.
Il primogenito non capisce perché al fratello dovrebbe essere riservato un simile trattamento, e ricorda al genitore che lui, che gli aveva sempre obbedito, non aveva mai ricevuto nemmeno un capretto per far festa con gli amici. Ma il padre rispose:

« Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. »   (Luca 15,31-32)

Nell’arte

La parabola del figlio prodigo ha ispirato molti artisti nei secoli:

  • nel cinema
    • Il figliuol prodigo – 1955
  • nella letteratura
    • Le lagrime del figliol prodigo – Gondola – 1622
    • Il figliol prodigo – Voltaire – 1736
  • nella musica
    • Il figliol prodigo – Henryk Opienski – Oratorio
    • Il figliol prodigo – Giacomo Antonio Perti – Oratorio
    • The Prodigal Son – Arthur Sullivan – Oratorio
    • Il figliol prodigo – Amilcare Ponchielli – opera lirica – 1880
    • The Prodigal Son – Benjamin Britten – opera lirica – 1968
    • Il ritorno del figliol prodigo – Darius Milhaud – Musique vocale
    • Il figliol prodigo – Sergej Prokof’ev – balletto
    • Prodigal son – Rolling Stones – canzone
  • nella pittura
    • Il figliol prodigo – Gerard van Honthorst
    • Parabola del Figliuol prodigo – Bartolomé Esteban Murillo
    • Ritorno del figliol prodigo – Mattia Preti – 1658
    • Il figliol prodigo – Hieronymus Bosch – 1510
    • Il ritorno del figliol prodigo – Lucio Massari – 1614
    • Il ritorno del figliol prodigo – Guercino – 1619
    • Allegra coppia – Rembrandt – 1636
    • Mezzana – Jan Vermeer -1656
    • Il ritorno del figliol prodigo – Rembrandt – 1669
    • Il figliol prodigo – Giorgio de Chirico – 1922

 

 

 

Fonte: Wikipedia